Fragile è una scultura sonora site-specific, un monolite nero in equilibrio precario, fermo nell’attimo prima di crollare distruggendo così una sfera posta sotto di esso. Ad impedirne il crollo un esile sostegno ricurvo, resiste, inesorabilmente deformato dal peso stesso dell’oggetto che sorregge. Vista da lontano, Momento si presenta come un poliedro nero dalla forma irregolare. Agli occhi di uno spettatore la scultura appare insolitamente bidimensionale e priva di luce, un oggetto dagli spigoli ‘’invisibili’’, un vuoto visivo capace di spezzare l’integrità del paesaggio circostante. Ad uno sguardo più ravvicinato, una fragile sfera di cristallo appare adagiata al di sotto del monolite, costantemente minacciata dalla sua ingombrante presenza. Attraverso la sfera, lo spettatore è in grado di riconoscere la sua sagoma proiettata all’interno del paesaggio circostante, che appare però distorto ed esasperato nelle sue proporzioni dal grandangolo prodotto dalla superficie ricurva. La sfera agisce da vero e proprio dispositivo ottico, offrendo al visitatore un punto di vista inusuale, rovesciato, dell’ambiente circostante. II cielo, le montagne e tutti gli elementi circostanti manifestano così la loro fragilità apparendo di colpo allungati, evanescenti, sfocati. Ma non è solo il paesaggio riflesso a mostrarsi nella sua fragilità. Avvicinandosi all’opera infatti, sarà possibile per lo spettatore ascoltarne il suono emanato dal suo interno. E’ un suono armonico, a tratti evanescente, altre volte più ‘forte’ e riconoscibile. Ogni istante sonoro è una singolarità diversa da quella che lo precede. E’ un suono unico, fugace, in continua ed imprevedibile metamorfosi. Proprio come il mondo racchiuso all’interno della sfera, ogni layer è così in grado di generare astrazioni costanti e punti di vista amplificati, distorti. Esperienze personali e collettive che evolvono attraverso gli elementi che la compongono
La struttura interna del poliedro è uno scheletro reticolare in legno e acciaio, agganciato al terreno o alla roccia sottostante attraverso un sostegno in acciaio nascosto. Dei sacchi di sabbia al suo interno garantiscono la stabilità della struttura. Le pareti esterne sono costituite da pannelli di legno verniciati con Black 3.0, una speciale vernice acrilica in grado di assorbire il 99% della luce visibile, che fa si che il monolite appaia privo di luce, bidimensionale. La sfera di cristallo verrà opportunamente ancorata alla superficie sottostante. Il paesaggio sonoro è generato dal movimento di due pendoli che, oscillando ad intervalli diversi tra loro, battono sulle superfici di due campane tibetane mettendole in risonanza. I suoni prodotti interferiscono con l’acustica interna della scultura dando luogo ad un naturale effetto psico-acustico in grado di generare continue fluttuazioni sonore nel tempo. Il semplice meccanismo sarà alimentato da un pannello fotovoltaico di dimensioni ridotte non visibile allo spettatore, garantendo così la sostenibilità energetica dell’opera.